Hai mai avuto la sensazione che il tempo possa passare a velocità diverse?
In vacanza può passare un'intera settimana in poche ore, mentre al lavoro una giornata storta a volte può sembrare interminabile.
Questo è spesso descritto come l'elasticità del tempo che è strettamente una questione di percezione: il tuo cervello produce stimolanti che causano una sopravvalutazione del flusso del tempo, o depressivi/anestetici che hanno l'effetto opposto.
Tuttavia, negli ultimi mesi, sembra che questa sensazione abbia preso una svolta letterale.
L'epidemia di COVID-19 ha deformato il concetto di tempo, sia inconsciamente che letteralmente.
L'inizio del 2020 sembra già un decennio fa, non solo perché lo percepiamo in questo modo, ma anche perché il mondo ha subito cambiamenti che normalmente si svolgono in più anni, non mesi.
Questo cambiamento rapido e globale ha colto tutti alla sprovvista e ha costretto ogni azienda a mettere in atto misure concrete di adattamento.
Nel processo, il mazzo è stato rimescolato e ridistribuito, lasciando spazio a opportunità in molti settori.
L'ospitalità non fa eccezione.
In questo articolo, vi faccio un analisi di come la pandemia di COVID-19 ha messo in dubbio molti dei principi concordati nel settore dei viaggi.
In questo nuovo, inesplorato territorio, esploreremo percorsi di riflessione che possono aprire la strada al successo.
Per ogni suggerimento, vi presento una lista di misure che puoi adottare per lavorare verso quell'obiettivo.
Infine, cerchero di dipingere un quadro di come sarà il mercato dell'ospitalità negli anni a venire.